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Per un terzo della Polonia l’omofobia è legge

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Un terzo della Polonia ha adottato la risoluzione contro “la propaganda Lgbt”, creando delle vere e proprie “gay free zone”.

Mentre negli ultimi anni in Italia i crimini d’odio raddoppiano negli ultimi anni, nel cuore dell’Ue c’è un territorio più grande dell’Ungheria, in cui vige un atteggiamento apertamente ostile, violento e discriminatorio contro chiunque non sia eterosessuale o per la “famiglia tradizionale”.

La risoluzione trovò forza in seguito all’elezione a Febrraio 2019 del nuovo sindaco di Varsavia e leader dell’opposizione, Mayor Rafal Trzaskowski, il quale promosse la “Carta per i diritti Lgbt”, promettendo supporto per tutti i soggetti vittime di discriminazione sessuale e omofobia, soprattutto in contrasto alla grande avanzata dell’estrema destra e ad un aumento vertiginoso dei casi di violenza omofoba.

La maggioranza decise così di strumentalizzare la situazione dei diritti civili per contrastare il proprio avversario. All’interno della nuova risoluzione si legge: “in relazione all’aggressiva propaganda omosessuale, promossa e condotta come parte della guerra ideologica da circoli politici liberali di sinistra e gruppi “LGBT”, che stanno minacciando le nostre norme fondamentali e i valori della nostra vita sociale e nazionale, il nostro consiglio adotta la dichiarazione “Powiat Rycki” libera da ideologia di genere LGBT.”

La risoluzione mira a “difendere i bambini, i giovani, le famiglie e le scuole polacche dalla depravazione e dall’indottrinamento sessuale, che portano a molte patologie già esistenti nei paesi occidentali, come l’accettazione di pornografia, aborto, criminalità sessuale, crisi della famiglia e molti altri”.

Illustrazione: Valentina Vinci