Valorizzazione dei terreni pubblici – Esempi di crescita

ProPositivo Economia Leave a Comment

Il censimento agricolo del 2010 – sottolinea la Coldiretti – ha fatto scoprire l’esistenza di ben 338.127,51 ettari di superficie agricola utilizzata (Sau) di proprietà pubblica che, sulla base del valore medio della terra calcolato dall’Inea in 18.400 euro per ettaro, significa la disponibilità di un patrimonio di 6,22 miliardi di euro a disposizione dello Stato che non ha alcun interesse a fare l’agricoltore. La cessione di questi terreni a favore degli agricoltori – prosegue la Coldiretti – toglierebbe allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese. E’ certo infatti – conclude la Coldiretti – che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzare lavorando la terra e generare nuova occupazione.

Quando si parla di valorizzazione di suolo pubblico ci si imbatte in un problema di non poco conto, dallo spessore di oltre 6 mld di €. Dalle PAC (Politica Agricola Comune) agli incentivi regionali, si persegue la stessa visione comune indicate dalla Coldiretti, ovvero che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzare lavorando la terra e generare nuova occupazione. Incentivazione e privatizzazione vengono indicati come il metodo migliore da seguire per stimolare la crescita, ma questo non significa che siano gli unici e che siano sempre i più efficaci o sostenibili. Alla base del ragionamento tra pubblico e privato nessuno de due può prescindere dall’avere un idea vincente sul quale basarsi. Non bastano capitali e incentivi, se prima non si dispone di un’idea semplice, replicabile,efficace e sostenibile. Un idea si nutre di esempi, eccone qualcuno:

Orti comuni e Orti Urbani:

Soprattutto attraverso i movimenti di transizione viene riproposta la creazione di un orto comune. Questo progetto ha come obbiettivo principale quello di fornire un punto di sussistenza primario a livello alimentare per la comunità. E’ prova di resilienza in tutti i sensi, nel senso che è in grado di fornire una garanzia al fine di non subire forti ripercussioni in caso di crisi o shock di un sistema esterno del quale siamo dipendenti. Sfruttare un sistema infatti non per forza significa doverne essere schiavi e l’abolizione di tali concezioni sono alla base del rinnovamento sociale. Questa è un idea che sia adatta al contesto italiano. L’ Italia infatti è costituita per gran parte da piccoli paesi di cui i prodotti più esportati son quelli di tipo alimentare. L’Orto comune è realizzato e finanziato dai cittadini e le imprese a livello comunale, e offre:

  • Occupazione
  • Possibilità di creare un prodotto e marchio locale di qualità
  • Restituisce valore e competizione al prodotto tipico
  • Combatte l’importazione di beni di sussistenza primaria, la loro qualità industriale e a basso costo.

Essendo finanziato dai cittadini essi possono usufruirne ad un prezzo competitivo. Insomma da nuova vita al mercato interno.

 Produzione di “beni di importazione”:

Sono numerosissime le aziende del primario fallite per via dei costo del lavoro e della concorrenza di paesi dalla manodopera a basso costo. In questo contesto importare costa più che produrre, a risparmio del consumatore e generalmente a danno della qualità e del mercato locale. Vi sono però dei validi esempi di amministrazioni virtuose che hanno saputo aggirare il problema e trovare una valida soluzione. E’ il caso per esempio del “Made in Carcere”, dove oltre all’importante fattore rieducativo, la produzione è a costo zero. Si possono così produrre merci che fino ad allora si importavano, diffonderle nel proprio territorio diminuendo i costi dei produttori locali e agevolando l’occupazione.

 Marchio a Valenza sociale:

Attraverso la nascita di un prodotto locale comune è possibile, come per ogni prodotto, dar vita ad un marchio, marchio non solo come sinonimo di qualità ma soprattutto di progresso umano. Prendiamo per esempio il caso dell’Associazione “Libera”. “Libera” è un’associazione che ormai opera da anni in Sicilia e diffonde un prodotto locale. Si è fatta conoscere non tanto per la qualità quanto per la particolarità della loro iniziativa. Tutti quei prodotti locali son prodotti in terreni sequestrati alla Mafia. Non solo quindi aumenta la ricchezza e diffonde un buon prodotto ma sensibilizza ad una buona causa. Oltre alla qualità a maggior ragione ci dovremmo sentire in dovere di acquistare un prodotto di quel tipo. Quei soldi sapremo da dove arrivano e a chi son diretti, per evitare invece, come oggi accade, di sprofondare nella grave ignoranza di non sapere di finanziare il commercio d’armi comprando un semplice pacco di pasta. I prodotti dell’orto comune più vengono esportati più:

  • acquistano prestigio
  • Diffondono una valida iniziativa
  • Arricchiscono i comune
  • Rendono sempre più accessibili tali prodotti ai cittadini che lo realizzano

 Beni poco diffusi e in rapida crescita:

Puntare sulla produzione di beni in rapida diffusione è la risposta indicata da numerosi privati e comuni. Un caso sono per esempio i comuni di Carmagnola e Cremona e delle loro Filiere di Canapa. La canapa è infatti un materiale che sta tornando alla ribalta, da quando negli anni ’30 i campi italiani ne erano colmi, e il nostro paese si classificava come il secondo maggiore produttore al mondo in quantità, e il primo in qualità. E’ un materiale economico, resistente e sostenibile, sfruttato in diversi settori: edilizia, alimentare, cosmetico, tessile, materie plastiche, cartario, farmaceutico, agro meccanico e meccanotessile.

Qui ci sono solo alcuni esempi di pratiche di buona amministrazione, ma le risorse a disposizione sono molto più numerose. La ripresa economica e socio-politica del locale e dell’intero paese fa tappa necessariamente per la ripresa del settore primario, attraverso la valorizzazione dei terreni pubblici.

 
GLA
ProPositivo
“Diffondiamo idee, non problemi” Turismo e agricoltura, Turismo e agricoltura, Turismo e agricoltura, Turismo e agricoltura, Turismo e agricoltura, Turismo e agricoltura

share save 171 16 Chi siamo?