Un tempo gli antichi avevano sacralizzato la natura: l’albero dell’alloro era Dafne, la fanciulla amata invano da Apollo; sulle colline vagavano le oreadi, graziose ragazze di origine divina; dai flutti del mare emergevano i tritoni, bianchi di schiuma, agitando i tridenti. Tutti questi miraggi con la rivoluzione scientifica, sono svaniti, e oggi dobbiamo reinvestire la nostra empatia sul mondo non più attraverso il mito, ma attraverso la conoscenza. Un biologo del nostro tempo ha scritto di recente che se l’uomo scomparisse di colpo dal pianeta, la natura non potrebbe che beneficiarne, mentre se, per esempio, sparissero gli insetti, la comunità degli esseri viventi riceverebbe un colpo a dir poco catastrofico. Far rinascere una cultura della natura è il presupposto perché l’uomo ritrovi il proprio posto nel mondo, si riconcili con gli alberi e gli animali, scoprendo che la sua sopravvivenza dipende da loro.
Mi piacerebbe quindi condividere con voi quest’articolo pubblicato nel 1988 sul Reader’s Digest. Il suo tono potrebbe suonare particolare rispetto a quanto pubblicato precedentemente su questa pagina ma sicuramente non meno propositivo. Quella dell’eremita buono è infatti la storia di un uomo che si curò vivendo “secondo natura” nel senso più vero del termine:“Imparai a vivere, a essere senza pensarci. Senza essere mai schiavo di formule precostituite. A fare quello che volevo quando volevo, a pensare a quel che potevo fare, non a ciò che era al di là delle mie possibilità. Un giorno mi accorsi che il mio cuore batteva normalmente senza che io me ne rendessi conto.”
Il suo esempio richiama alla mente gli insegnamenti dei grandi maestri orientali, ma Bruno Piredda nasce a Nuoro, nel 1913, nella Sardegna di ben 100 anni fa. Per tutta la sua vita studiò la natura con attenta passione e proprio nella natura trovò rimedio ai suoi mali, sopravvivendo a tutte le aspettative.
Riconosciuto come un autorità in campo erboristico, il “Grande Maestro” ha condiviso il suo sapere nelle scuole locali e oggi Montricos è il nome dell’erboristeria dove la sua famiglia, facendo tesoro dei suoi insegnamenti, distribuisce i prodotti che coltiva con cura a Montricos, alle pendici del monte Ortobene in cui Bruno Piredda trovò il suo eremo, e in cui oggi sorge una vera e propria base per la coltivazione delle più svariate piante medicinali, direttamente collegata con le università dell’isola.
MF
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