130 GRAMSCI
Esattamente un secolo fa, il 21 gennaio 1921, alla vigilia dei trent’anni, Antonio Gramsci prendeva parte alla fondazione del Partito Comunista d’Italia. Nel 1921, all’indomani della Grande Guerra e dell’ultima grande pandemia, il mondo si apprestava ad affrontare sfide epocali per la democrazia, la geopolitica, l’economia e il rapporto di fiducia tra istituzioni, giornali e cittadini. Una situazione che negli scritti di Gramsci risuona per molti versi simile a quella attuale. L’intento del progetto “130 Gramsci” ideato dall’APS ProPositivo di Macomer e promosso con Fondazione Casa Gramsci e diversi altri partner, consiste nel coinvolgere l’opinione pubblica, i media e le organizzazioni della società civile, non tanto per commemorare il pensatore o le sue appartenenze politiche, ma piuttosto per avviare una riflessione collettiva su come i valori del pensiero gramsciano possano adattarsi in chiave contemporanea per guidare l’Italia, l’Europa e il mondo attraverso le sfide che il post-covid e il 2021 ci porranno di fronte, sviluppando: approfondimenti, inchieste, foto e video reportage, iniziative artistiche, culturali e sociali che da oggi ci accompagneranno per tutto l’anno.












Gramsci è Giornalismo
A 130 anni da Gramsci, si apre una decade decisiva per la libertà di stampa
Gramsci è Europa
La questione meridionale tra Gramsci e NextGenerationEU
Gramsci è Arte Pubblica
Che ruolo assume l’arte pubblica nella politica post-covid?
Gramsci è Ambiente
Gramsci tra Resistenza sociale e Resilienza ambientale
Gramsci è Sardegna
130 Gramsci: L’intervista su L’Unione Sarda
Gramsci è Rivoluzione Culturale
Gramsci e Mao: a cent’anni da PCdI e PCC
Gramsci è Teatro Sociale
Come il mondo teatrale odierno commemora il pensatore e ne fa vivere l’esempio
E molto altro, con nuovi contenuti in arrivo e in continuo aggiornamento su questa pagina per tutto il 2021


LATERZA - Un ritratto di Gramsci «a figura intera, con i tuffi del sangue e della carne». Pubblicato per la prima volta nel 1966, sconvolse l’ortodossia comunista, che di Gramsci vedeva o voleva far vedere solo «la testa», e da allora non è mai invecchiato, anzi in un certo senso ha ricevuto sempre nuova freschezza dai materiali inediti su Gramsci via via ritrovati. Il libro è stato tradotto, oltre che in tutte le lingue europee, anche in arabo, giapponese e cinese. Dalla biografia di Gramsci – considerata un classico insuperato nell’ambito degli studi gramsciani – all’incredibile storia della famiglia di Rosselli, dal racconto della vita avventurosa di Emilio Lussu al ritratto dell’anarchico Schirru


LATERZA - «Qui vorremmo ripercorrere brevemente il cammino che ha condotto una formazione politica (quella educata nel PCI), per progressive trasfigurazioni, a farsi alfiere di valori antitetici rispetto a quelli su cui era sorta. L’occasione è data dalla ricorrenza centenaria: 1921-2021.» A cento anni dalla nascita del PCI, Luciano Canfora si interroga sulla metamorfosi progressiva di questo grande partito. «Perché la destra non decampa dai suoi capisaldi e li rivendica, e appena può, li mette in pratica, mentre la “sinistra” (esitante ormai persino a definirsi tale) non solo ha archiviato tutto il suo ‘bagaglio’ ma è ridotta ad attestarsi – quale nuova ‘linea del Piave’ – sul binomio liberismo-europeismo?». Per rispondere a questo


LATERZA - 100 anni fa, nel gennaio del 1921, al teatro Goldoni di Livorno nasceva il Partito Comunista Italiano. Un anniversario importante che ci consente di ripercorrere le origini del comunismo in Italia: una storia che nasce dai drammi della prima guerra mondiale, della rivoluzione russa e del tentativo fallimentare di preparare la rivoluzione socialista anche in Europa. Sono proprio gli anni che vanno dal 1917 fino al 1924-26, quando il fascismo ormai vittorioso chiude al PCI ogni possibilità di azione e imprigiona Gramsci e moltissimi altri dirigenti e militanti, a costituire il centro di questa ricostruzione perché fu allora, in questa ‘età del ferro’, che si coagulò il cuore identitario del partito.