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La Metamorfosi

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LATERZA «Qui vorremmo ripercorrere brevemente il cammino che ha condotto una formazione politica (quella educata nel PCI), per progressive trasfigurazioni, a farsi alfiere di valori antitetici rispetto a quelli su cui era sorta. L’occasione è data dalla ricorrenza centenaria: 1921-2021.» A cento anni dalla nascita del PCI, Luciano Canfora si interroga sulla metamorfosi progressiva di questo grande partito. «Perché la destra non decampa dai suoi capisaldi e li rivendica, e appena può, li mette in pratica, mentre la “sinistra” (esitante ormai persino a definirsi tale) non solo ha archiviato tutto il suo ‘bagaglio’ ma è ridotta ad attestarsi – quale nuova ‘linea del Piave’ – sul binomio liberismo-europeismo?». Per rispondere a questo interrogativo Luciano Canfora ripercorre la storia del PCI e delle sue trasformazioni. Il passaggio essenziale di questa storia è il ‘partito nuovo’ di Palmiro Togliatti, che abbandona lo schema rivoluzionario comunista e – attraverso le ‘riforme di struttura’ – prova a conciliare la democrazia elettorale con la giustizia sociale. I suoi successori non si dimostrarono però all’altezza della sfida. Canfora scrive a proposito di Berlinguer: non ha maturato (né fatto sorgere nel Partito) alcuna convincente e organica visione (e tanto meno opzione) alternativa.

Nel suo universo mentale si riscontravano e si giustapponevano frammenti e stimoli e suggestioni molteplici: ‘un’altra idea’ di rivoluzione, la mai chiarita terza via, un po’ di spontaneismo sessantottesco nell’erronea convinzione che fosse quello lo strumento per ‘agganciare’ le nuove generazioni, apertura all’ambientalismo e vagheggiamento di ‘una diversa qualità della vita’, magari anche qualche pigmento ingraiano (notoriamente confusionario e incapace di indicare scelte operative chiare)». Insomma tutto – anche la misteriosa ‘terza via’ – ma non quella riscoperta dell’importanza della socialdemocrazia come soggetto storico principale dello schieramento di sinistra che l’ultimo Togliatti aveva indicato. La lettura che Luciano Canfora dà della storia del PCI è che non è riuscito a trasformarsi nel grande partito socialdemocratico che il mutato contesto storico e politico italiano richiedeva. Un mancato sviluppo che è stato, per il PCI e per la sinistra che è seguita, la matrice della crescente inconsistenza progettuale e ‘svogliatezza’ pratica oltre che della progressiva perdita di contatto con i gruppi sociali il cui consenso veniva dato ottimisticamente per scontato.

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