Città in Transizione – Dalla dipendenza dal petrolio alla forza delle comunità locali

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La Transizione è ormai un movimento globale che annovera centinaia di comuni virtuosi nel mondo tra le sue fila (Mappa). In Italia giusto qualche comune è in transizione ma già parecchi ne perseguono le iniziative (Mappa). La Transizione è  “un movimento socio-culturale che agisce all’interno delle comunità locali nel tentativo di condurre la nostra società dall’attuale sistema economico fondato sulla dipendenza dal petrolio verso un sistema di equilibrio tra risorse locali e globali”.

Il picco di Hubbert
In breve, in seguito al superamento del “picco di produzione petrolifera” (picco di Hubbert) nel 1970, i consumi anziché diminuire continuarano a crescere e le riserve a svuotarsi rapidamente. Hubbert predette il picco per gli USA già nel 1956, ma fu guardato con sufficienza fino alla crisi petrolifera degli anni ’70, che lo rese il geofisico più famoso al mondo. “Cinquant’anni fa il mondo consumava 4 mld di barili all’anno e ne scopriva 30 mld al giorno. Oggi ne consuma 30 mld l’anno e ne scopre 4 mld” (Asia newspaper, 4-5-2005). La nostra società attuale è totalmente dipendente dal petrolio a basso costo, dal quale produce gran parte dei nostri prodotti di uso quotidiano (dalle aspirine alla plastica, dai rossetti a capi d’abbigliamento) e che ci permette di localizzare la produzione, progettando in America, producendo in Asia, confezionando in Africa e vendendo in Europa. Se il petrolio finisse domani il mondo non sarebbe pronto a incassarne il colpo, non avrebbe garanzie di sopravvivenza. Tuttavia il petrolio non finirà domani, ma si suppone fra 50 anni, un tempo che per molti è abbastanza per continuare a non curarsi della necessità evidente di costruire un alternativa. La transizione da un sistema totalmente dipendente dai combustibili fossili verso un sistema di equilibrio tra le comunità locali e la comunità globale, deve quindi avvenire in questo periodo, nel corso di questi 50 anni, un tempo certamente limitato e vicino. Le comunità locali devono prendere consapevolezza, e trasformare la loro indignazione in alternativa.

Picco e Produzione petrolifera mondiale, esclusi paesi OPEC e Unione Sovietica. USA 2004

Picco e Produzione petrolifera mondiale. USA 2004

La Resilienza
Il termine Resilienza ha diversi significati, e col passare del tempo ne sta assumendo sempre di nuovi. In ecologia e biologia il termine è senza dubbio più familiare. In questo contesto la resilienza è “la capacità di un ecosistema (inclusi quelli umani come le città) o di un organismo, di ripristinare l’omeostasi, ovvero la condizione di equilibrio del sistema, a seguito di un intervento esterno (come quello dell’uomo) che può provocare un deficit ecologico, ovvero l’erosione della consistenza di risorse che il sistema è in grado di produrre rispetto alla capacità di carico”. In poche parole resilienza e sostenibilità vanno a braccetto quando un sistema è in grado di “mantenere il proprio funzionamento nonostante un cambiamento o uno shock subito dall’esterno” e in riferimento ad una comunità locale quando “è in grado di essere indipendente per quanto riguarda la produzione dei beni di prima necessità”. “Pensa globale, compra locale”, è solo uno dei famosi motti che accompagnano e semplificano questo concetto. E’ necessario però non confondere l’ambientalismo convenzionale con il concetto di resilienza e transizione:

ambientalismoVStransizioneLa Transizione
La prima Transition Town nel mondo fu Totnes, una cittadella di 8500 abitanti nel Devon, casa natale del fondatore del movimento Rob Hopkins. La transizione mira a ricostruire la resilienza all’interno delle comunità locali. L’aspetto maggiormente rivoluzionario è sicuramente nei metodi che utilizza. Non sono infatti iniziative che mirano a criticare e demolire il sistema attuale, ma che tentanto di costruirne un alternativa. Non è necessario cambiare il sistema economico mondiale, la legislazione vigente o boicottare in massa i grandi marchi. Ognuna delle iniziative di transizione è semplice, efficace e replicabile, adattabile alle necessità di qualsiasi comunità locale. Le iniziative per la transizione si basano su quattro assunti fondamentali:

  1. Uno stile di vita che preveda bassi consumi energetici è inevitabile, quindi è meglio pensare a un piano per adattarsi, invece di farsi cogliere di sorpresa.
  2. Le nostre città e le nostre comunità mancano della resilienza necessaria per affrontare il grave shock energetico che si accompagnerà al picco del petrolio.
  3. Dobbiamo agire collettivamente, e dobbiamo farlo ora.
  4. Mettendo insieme le menti che formano la nostra comunità e facendole lavorare a progetti che attivamente e creativamente agiscano sui consumi, possiamo creare degli stili di vita più compatibili con la natura rilanciando al tempo stesso l’economia locale.

“Possediamo tutte le tecnologie e le competenze necessarie per costruire in pochi anni un mondo profondamente diverso da quello attuale, più bello e più giusto. La crisi profonda che stiamo attraversando è in realtà una grande opportunità che va colta e valorizzata. Il movimento di Transizione è lo strumento per farlo”. (C.Bottone)

Oltre alla resilienza e il picco di Hubbert anche la Permacultura, il BIL (Benessere Interno Lordo), la Decrescita e il commercio equo-solidale sono concetti strettamente legati al recupero della resilienza. Per dare anche un idea pratica ecco un breve elenco di semplici iniziative compatibili con la Transizione: Monete complementari; Orti comuni e urbani; Marchi locali e a valenza sociale; Casa del latte, dell’acqua o dell’olio; il CSA (Community Supported Agricolture); progetti di autonomia energetica locale e sostenibile; valorizzazione di risorse locali dall’agroalimentare ai materiali per l’edilizia;  produzioni a km zero; Pfand, ricicard, effecorta e molti altri…

Qui di seguito troverete invece un elenco dei movimenti italiani che attivamente tentano di portare la transizione anche da noi, regione per regione, facciamo crescere la rete:

Mappa Italiana e contatti dei Gruppi Principali in Italia

Gruppi Facebook in Italia attivi nel confronto sulla transizione:
Italia – SardegnaCastelli Romani – FerraraPersicetoRimini – Siracusa – Urbania – Biellese – Ancona

Per maggiori info visita :
Transition Italia oppure Transition Network

Oppure guarda il Corto-Documentario:
www.youtube.com/watch?v=rtoUgj54owg

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