Italia abbandonata – Esempi virtuosi di riqualificazione

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Negli USA ci sono 18.6 milioni di case abbandonate. Sarebbero abbastanza perché ogni senzatetto ne avesse 6. Vi sembra un dato eclatante? Che dire allora dell’Italia? Qui vi sono circa 3 milioni di case vuote abitabili e circa 60mila senzatetto. Sarebbero abbastanza perché ogni senzatetto ne avesse 50. Questa non vuole certo essere una soluzione, ma un dato di fatto, che rende conto dell’enorme spreco di risorse, dell’insostenibilità di certe politiche economiche e della paradossale evoluzione urbana. Questo dato non tiene conto delle numerose strutture e dei terreni abbandonati: 700mila capannoni industriali, 880mila uffici sfitti nella sola Milano, 338mila ettari di terreni non coltivati in italia per un valore di più di 6 mrd di euro.

Anziché arrenderci a questa visione straziante, pare dunque doveroso parlare di riqualificazione. Essa può portare grandi benefici, non solo estetici, ma anche e soprattutto socio-economici. Qui di seguito vi riportiamo alcuni esempi virtuosi, con la speranza che siano di ispirazione:

 XFood-Qualcosa di Diverso
Si tratta di un vero e proprio miracolo Italiano. Da grande stabilimento enologico in disuso ad officina di idee e iniziative socio-culturali. La società Sandei srl. e le associazioni culturali di San Vito, hanno deciso di dare nuova vita a questo posto. Lo hanno ristrutturato attraverso l’autocostruzione e la progettazione comune degli spazi. <<Si fanno guidare da un gruppo di architetti e riciclano materiali, condividono attrezzi, competenze: la comunità di San Vito abbatte i costi collaborando. Si stringe intorno a questo posto e lo fa suo. In due anni, ma anche meno, in questo spazio si aprono una scuola di musica, una scuola di scherma, un laboratorio di foto e video, un laboratorio di artigianato, un corso di parkour, un bar e il primo ristorante a km zero in cui il personale di sala e di cucina sarà costituito prevalentemente da disabili. Il ristorante si chiama “XFood, Qualcosa di diverso”>>.

Il Borgo di Santo Stefano di Sessanio 
<<L’intervento nasce dalla riflessione di Daniele Kihlgren che decide di recuperare e valorizzare il borgo di Santo Stefano di Sessanio attraverso un investimento privato; l’intervento è stata la scintilla che ha innescato una sensibilità comune di recupero da parte della cittadinanza dimostratasi attiva e partecipativa. La filosofia dell’intervento di Kihlgren è stata appoggiata dall’amministrazione comunale e dall’Ente Parco di Treja che include il piccolo comune. Il punto di partenza nasce dalla riflessione sulle conseguenze disastrose che i centri storici minori hanno subìto a causa della loro ridestinazione turistica, che ne compromette irreversibilmente l’assetto urbano e il rapporto con il territorio. Nel caso in esame, invece, si punta alla limitazione fino all’annullamento della costruzione di nuove cubature, favorendo il recupero dell’esistente tramite tecniche costruttive sostenibili e con materiale locale>> Santo Stefano ha così aumentato la sua offerta turistica e ricucito il suo rapporto col territorio, rivalorizzando non solo il borgo ma anche l’economia locale.

Industrie e Miniere Abbandonate
Sono emblematici due esempi tra Italia e Germania. La Carbonsulcis è un azienda della Regione Sardegna che gestisce l’ultima miniera di estrazione di carbone in Italia. Qualche anno fa abbiamo assistito alla rivolta dei minatori, che hanno occupato la miniera perché non fosse chiusa, rinchiudendosi a 400 metri di profondità. Dal ’96 a oggi abbiamo speso circa 600 milioni di euro per un azienda che nel 2011 ha perso 26 milioni. Nonostante ciò la regione a reinvestito 35 milioni nello stesso anno, perdendone altri 26. La nostra amministrazione ha optato per mantenere in vita una realtà ormai fallimentare, piuttosto che investire in rivalorizzazione, e oggi ci ritroviamo in bancarotta e con un aumento della disoccupazione. Dalla Germania arriva invece un esempio virtuoso, nella Rurhr, dove è nata l’industria minerale e siderurgica, in cui è presente la miniere di Zollverein che in passato ha vantato il primato mondiale di estrazione di carbone e che già dal 1986 non vide più un futuro nell’estrazione, chiudendo i battenti. Oggi è un museo che ripercorre una storia cominciata trecento milioni di anni fa con la scoperta delle prime tracce di carbone. E’ uno dei luoghi più significativi della Ruhr, eletto nel 2001 dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità e fa parte della Strada del Patrimonio Industriale, un itinerario che collega i luoghi che meglio rappresentano la cultura industriale della zona.

Altri interessanti esempi sono: Il Teatro delle rocce del Parco minerario naturalistico Gavorrano; il Centro Termale nelle Miniere d’Oro del Monte Rosa; le 21 Destinazioni Europee d’eccellenza; Il Parco Minerario Regionale di Saint-Marcel in Francia; l’ ex-forte militare di Marghera nel Veneto (oggi centro di produzione biologica); l’oasi naturalistica dell’ex-cava di argilla di Foppe di Trezzo; Il 789 di Pechino, in cui da una vecchia industria è nato uno dei più grandi complesso artistici e multimediali della Cina.

Riuso del paesaggio in abbandono
<<Riuso del paesaggio in abbandono è una nascente rete italiana che mette insieme competenze e proposte, che vanno al di là dello specifico architettonico, per riutilizzare l’enorme patrimonio di edifici abbandonati a partire da strumenti ricorrenti e con il coinvolgimento delle comunità locali.>>

Strutture abbandonate alle Start up
<<Vecchi capannoni, riconvertiti per dare spazio a start-up e incubatori di imprese. Oppure poli industriali di recente costruzione, riconvertiti in centri logistici di smistamento merci al servizio dell’e-commerce. Dopo il periodo della svendita e dell’abbandono, gli immobili produttivi cercano una seconda chance sul mercato>>

Wwf “riutilizziamo italia”.
<<Il WWF Italia ha lanciato una grande campagna che vuole innescare un movimento culturale e sociale in grado di avviare il più grande processo di recupero del territorio italiano, riducendo il consumo di suolo.>>Fino al 31 ottobre 2012 è stato possibile segnalare << le aree dismesse o degradate sul sito dell’organizzazione e, allo stesso tempo, proporre come reinventarle a misura d’uomo, di comunità e ambiente in piena ottica di crowdsourcing delle idee. Un movimento partecipato grazie al quale le comunità locali possano riappropriarsi del proprio territorio, ricostruire lo spazio in cui vivono con iniziative spontanee e nate dal basso. Un movimento per far sì che le aree dismesse o degradate non siano più un vuoto a perdere, anche grazie al supporto da parte di una rete di docenti universitari ed esperti di urbanistica e temi riguardanti il consumo del suolo.>> Per altre iniziative legate ai concorsi di idee vedi anche l’iniziativa del comune di Capannori “Dire, fare, partecipare”.

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